Tratto da S. Rossi, “Il design non perde lo smalto: Le potenzialità dei metalli smaltati“, Fausto Lupetti Editore, 2011
Non mi bagno!
Tra i vantaggi dello smalto c’è sicuramente la facilità di pulizia e la possibilità di avere un rivestimento antiaderente. Queste proprietà hanno portato lo smalto ad essere una valida alternativa al PTFE, commercialmente detto Teflon®. La bagnabilità della superficie smaltata diventa quindi una caratteristica fondamentale per applicazioni in cui sono richiesti tali requisiti. Per quantificare il fenomeno della bagnabilità si misura il cosiddetto angolo di contatto, valutando la forma di una goccia di liquido depositata sulla superficie in esame: la goccia si distende su una superficie ad alta energia superficiale, al contrario, su una superficie a minore energia superficiale, tende a formare una sfera più o meno accentuata. La “pulibilità” di una superficie, correlata alla bagnabilità, è influenzata da numerosi fattori quali il tipo e l’entità delle forze che agiscono alla superficie di contatto, la presenza di additivi che promuovono l’aderenza, la geometria della superficie, la sua rugosità, la compenetrazione dei materiali a contatto con lo smalto, la durezza e la resistenza chimica superficiale. Con uno smalto di opportuna composizione è possibile ottenere superfici molto lisce, a bassa rugosità, con pochi punti di ancoraggio e quindi di aderenza, molto resistenti alla diffusione e compenetrazione di sostanze aggressive e all’attacco di agenti chimici. Da questo deriva la durabilità di questo rivestimento che rimane inalterato nel tempo, senza cambiamenti di colore o perdita di brillantezza.
Test di impermeabilità dello smalto.
Mi sporcano ma mi pulisco!
Se guardiamo le nostre città spesso rimaniamo stupiti da quante strutture e oggetti siano esteticamente deteriorati da graffiti e tag. Le amministrazioni comunali o i gestori dei trasporti spendono migliaia di euro per ripulire le superfici offese. Per le facciate degli edifici non resta che ridipingerli. Per le superficie di metallo verniciato, quali pareti, arredo urbano, fermate dei mezzi pubblici, non risulta semplice ridipingere la superficie poiché spesso per avere un ottimo risultato il lavoro di preparazione della superficie diventa complesso. Spesso si prova ad utilizzare dei solventi organici che sciolgano le scritte e i disegni data la natura organica delle vernici delle bombolette. Purtroppo anche le vernici sono di natura organica, quindi spesso utilizzando un solvente si riesce sì ad asportare la scritta ma nello stesso tempo si scolora la vernice opacizzando la superficie e lasciando un alone sicuramente non piacevole.
Per cercare di risolvere il problema si cerca di operare in due modi: il primo riducendo la bagnabilità delle vernici spray sulle superfici, il secondo utilizzando un solvente che asporti i graffiti lasciando inalterata la superficie.
Una delle migliori soluzioni è rappresentata dallo smalto. Infatti lo smalto presenta una bassa bagnabilità superficiale (come vedremo nel capitolo 45) e quindi lo spray ha difficoltà ad attaccarsi. Inoltre la natura vetrosa dello smalto risulta inattaccabile a tutti i solventi organici e quindi risulta molto agevole asportare i graffiti. Come possiamo vedere nelle immagini riportate dove si confronta una superficie smaltata (a sinistra) con una verniciata a polveri (a destra), la scritta viene asportata senza problema dallo smalto mentre rimane sulla superficie verniciata.
Le superfici smaltate resistono inoltre agli acidi (ad eccezione dell’acido fluoridrico) e a tutti i disinfettanti. Tale aspetto risulta essere di primaria importanza, per l’utilizzo dello smalto in ambienti e luoghi pubblici.
Test di pulizia dello smalto.